Palazzi abusivi di Casalnuovo: il Comune abbatte un edificio, 15 anni dopo lo scandalo

Palazzi abusivi di Casalnuovo: il Comune abbatte un edificio, 15 anni dopo lo scandalo

Author: Pino Neri
Data : 2022-12-13 11:19:40
Dominio: www.ilmediano.com
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Palazzi abusivi di Casalnuovo: il Comune abbatte un edificio, 15 anni dopo lo scandalo
Casalnuovo, l’abbattimento dei rioni abusivi nel 2007

Ma il sindaco Massimo Pelliccia chiede al governo maggiori sostegni per il ripristino della legalità nelle aree della città sfregiate da una cronica illegalità   

 

Con l’abbattimento di una palazzina si riaffaccia come uno spettro lo scandalo dei palazzi abusivi di Casalnuovo, una brutta storia di quindici anni fa. Intanto l’area in cui ieri mattina hanno agito le ruspe inviate dal Comune, sotto la sorveglianza della polizia, è quella di via Tito Livio, frazione di Tavernanova, una delle zone a sud della città in cui alcuni costruttori locali, nel 2006, realizzarono in fretta e furia 74 palazzi abusivi nei terreni agricoli senza uno straccio di permesso. Qui, in via Livio, è stato demolito un edificio allo stato grezzo di tre piani, disabitato, quindici anni dopo il sequestro e la confisca. Nella stessa situazione si trovano altri edifici a Casalnuovo, tutti rimasti in piedi. Sono alti, grossi e disabitati. Attendono da tempo immemore la demolizione, il rispristino di una legalità che nel Napoletano stenta più che altrove.

 

I 74 palazzi furono sequestrati nelle convulse giornate del febbraio 2007, quando i carabinieri misero a segno un’operazione anti abusivismo che resterà negli annali dei crimini edilizi: interi rioni realizzati in fretta e furia senza licenza, nei suoli a destinazione agricola. Uno scandalo che fece il giro del mondo. Ne scrissero prestigiosissimi giornali di livello mondiale come il New York Times e Le Figaro. L’americana CNN trasmise in tv un lungo servizio interamente dedicato a Casalnuovo. Comunque la fecero franca i due imputati di quella storiaccia, un costruttore imparentato con un boss poi ammazzato, nel 2009, e un suo “collega”, il figlio di un ex consigliere comunale, a sua volta imprenditore del mattone. Condannati in primo grado a pene risibili, non videro mai il carcere. Alla fine i loro reati furono tutti prescritti, in appello, nel 2018. L’unico provvedimento di un certo peso fu lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni della camorra, un commissariamento causato da quella storia.

 

Nel frattempo di quella vicenda sono rimaste macerie in forma di scheletri di cemento mai demoliti. Circa 50 dei 74 palazzi fuorilegge sono stati abbattuti, quasi tutti nelle settimane immediatamente successive allo scoppio dello scandalo. E in queste ore il sindaco, Massimo Pelliccia, in concomitanza con l’abbattimento della palazzina di via Tito Livio, ha fatto sapere di aver approvato una delibera che prevede un’altra serie di demolizioni oltre a quella appena effettuata. Ma Pelliccia ha anche reso noto che ci sono difficoltà economiche e normative che potrebbero frenare le buone intenzioni. “Il ripristino della legalità – ha dichiarato il sindaco – resta una priorità assoluta nonostante le risorse esigue di bilancio. Noi comunque – ha aggiunto  – prevediamo nuovi abbattimenti ma restiamo in attesa di una normativa esaustiva da parte del governo. I comuni, viste le ristrettezze economiche con cui fanno i conti e le difficoltà normative, hanno bisogno di aiuti concreti e di legislazioni chiare ed esaustive che possano portare a una risoluzione totale di questi problemi”.

 



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